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Formazione by RIMSA

Tecnologia scialitica

Lampada scialitica: la chiave per la sala operatoria

Una lampada da sala operatoria è un prodotto che la maggior parte delle persone può facilmente immaginare. La sua forma, i suoi utilizzi e le sue caratteristiche sono immediatamente evidenti quando si pensa a una lampada chirurgica. Tuttavia, cosa sia realmente una lampada chirurgica o perché le luci operatorie presentino tali caratteristiche non è altrettanto scontato.

Che si tratti di una sala operatoria o di una sala di terapia intensiva, l’illuminazione chirurgica è fondamentale per creare un ambiente confortevole sia per il medico sia per il paziente. Le lampade RIMSA aiutano a illuminare in modo omogeneo e costante il piano di lavoro, creando un fascio di luce molto intenso capace di evidenziare ogni dettaglio:

– il chirurgo viene agevolato e supportato in ogni fase del suo lavoro;
– per il paziente, invece, si viene a creare un ambiente confortevole e ospitale, dove sentirsi a proprio agio e sicuri prima di sottoporsi a un’operazione chirurgica.

Illuminazione scialitica: la luce senza ombre

Le lampade medicali ad uso operatorio, conosciute anche come “scialitiche” dal termine greco che significa “senza ombre”, hanno un ruolo fondamentale nella sala operatoria. Il loro scopo è illuminare con precisione un’area chirurgica, garantendo luce intensa, uniforme e affidabile. Nel tempo, la loro evoluzione ha rispecchiato la crescente complessità delle procedure mediche. Dalla soppressione delle ombre alla capacità di illuminare in profondità, fino all’integrazione con le tecnologie digitali, la lampada scialitica di oggi deve rispondere a esigenze moderne senza dimenticare la sua funzione primaria: eliminare le ombre.

Di seguito, approfondiamo l’illuminazione chirurgica e gli strumenti per creare spazi ospedalieri ottimali e accogliente.

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La storia della lampada scialitica

rimsa-or light

Che cosa significa “scialitica”?

Le lampade chirurgiche sono anche chiamate “scyalitique” che, dal greco, significa: senza ombre.
La caratteristica principale di una lampada chirurgica è quella di illuminare un’area locale o una cavità del paziente con una luce forte e affidabile.
Una lampada chirurgica deve essere ben integrata nella sala operatoria.
La luce è un elemento fondamentale della nostra vita. Quando si tratta di lavoro, soprattutto in campo medico, è fondamentale per il successo di diagnosi, esami e operazioni chirurgiche.
L’evoluzione delle lampade chirurgiche è stata lenta, ma oggi è stato raggiunto un importante traguardo grazie a tecnologie all’avanguardia che garantiscono un’elevata sicurezza e un elevato comfort sia per i medici che per i pazienti.
RIMSA ha sviluppato la migliore tecnologia di illuminazione per sale operatorie con l’obiettivo di garantire a medici e chirurghi di tutto il mondo la possibilità di operare sui propri pazienti in condizioni ottimali.

L'evoluzione della lampada scialitica nel tempo

La storia della lampada scialitica è il risultato di un lungo percorso evolutivo, in cui la luce ha accompagnato e sostenuto l’evoluzione della chirurgia. Nel Rinascimento, l’illuminazione delle prime dissezioni anatomiche avveniva nei teatri anatomici come quello di Padova, realizzato nel 1595. Qui, la luce naturale dei lucernari o artificiale delle candele illuminava i corpi, permettendo lo studio dell’anatomia ma con evidenti limiti di visibilità. Durante l’Ottocento, con l’avvento dell’anestesia e dell’antisepsi, la chirurgia divenne più complessa e approfondita: non bastava più illuminare in superficie, ma serviva una luce stabile e intensa per esplorare cavità più profonde. È in questo contesto che la necessità di ridurre le ombre divenne fondamentale. Nel 1919, il professor Louis Vérain inventò la prima lampada scialitica, introducendo un sistema a riflessione indiretta che eliminava le ombre multiple, risolvendo così uno dei problemi principali della luce chirurgica. Questa innovazione si basava su specchi e successivamente su lenti che diffondevano il fascio luminoso in modo uniforme. Durante il XX secolo, con l’evoluzione della tecnologia, le lampade scialitiche si arricchirono di nuove caratteristiche. Le lampade alogene migliorarono l’intensità luminosa, mentre l’introduzione dei LED rappresentò una rivoluzione: maggiore efficienza energetica, minor calore irradiato e una durata di vita superiore. Oggi, la scialitica non è solo una fonte di luce, ma un sistema integrato all’interno della sala operatoria. Tecnologie come la doppia riflessione (brevettata da RIMSA), la riflessione indiretta e sistemi come l’Always on Focus permettono di ottenere un’illuminazione costante, priva di abbagliamenti e con un’elevata resa cromatica, essenziale per distinguere i dettagli anatomici. Inoltre, la compatibilità con il flusso laminare garantisce un ambiente sterile, mentre l’integrazione con telecamere e sistemi digitali offre funzionalità di registrazione e streaming per la formazione e il monitoraggio remoto. La lampada scialitica moderna è il frutto di un equilibrio complesso: deve continuare a eliminare le ombre (come suggerisce il suo nome, derivante dal greco “skia”, ombra, e “lytikos”, eliminare), ma deve anche rispondere alle nuove esigenze di digitalizzazione, ergonomia e sostenibilità. Una trasformazione che non dimentica il passato, ma guarda al futuro delle sale operatorie moderne.​

L’evoluzione delle lampade chirurgiche RIMSA

Nella storia delle lampade medicali, RIMSA ha un ruolo fondamentale.
Era il 2002 quando RIMSA lanciò la sua prima lampada per sala operatoria a LED, in un’epoca in cui la tecnologia LED era ancora emergente e le soluzioni antiriflesso, oggi standard, erano appena prese in considerazione.
L’avvento delle lampade chirurgiche RIMSA nelle sale operatorie di tutto il mondo ha trasformato l’aspetto di queste sale e il modo in cui i medici operano sui pazienti. Grazie alla tecnologia antiriflesso brevettata da RIMSA, si è registrata una significativa diminuzione degli incidenti in sala operatoria e un aumento del successo degli interventi chirurgici sia invasivi che mini-invasivi.
Il motivo è semplice: l’abbagliamento rappresenta uno dei maggiori pericoli in sala operatoria. La speciale tecnologia RIMSA presente in ogni nostra lampada medicale ha eliminato questo pericolo, garantendo una maggiore sicurezza in ogni fase operativa.
Le lampade medicali RIMSA sono state le prime a presentare un sistema di illuminazione indiretta. Questa innovazione estende il tipico fascio di luce LED, riduce al minimo l’abbagliamento ed elimina le ombre quando oggetti o arti ostruiscono la luce. Questa tecnologia di illuminazione indiretta, integrata in tutte le principali lampade chirurgiche RIMSA, consente agli operatori sanitari di muoversi liberamente senza il rischio che le ombre causino errori.

“Senza ombra” è il termine che identifica questo tipo di lampada professionale utilizzata in ambito medico-chirurgico, tecnicamente chiamata lampada chirurgica, termine scientifico per ciò che comunemente è conosciuto al di fuori della comunità scientifica come lampada chirurgica. Scopri le caratteristiche tecniche e normative della lampada chirurgica RIMSA.

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La qualità della luce: intensità, cct, cri, interdipendenza

La qualità della luce in una lampada scialitica è determinata da tre fattori fondamentali: intensità luminosa, temperatura di colore (CCT) e resa cromatica (CRI). Questi parametri, sebbene essenziali per definire le caratteristiche illuminotecniche, non possono essere considerati individualmente: la loro natura è interdipendente e solo attraverso un’analisi combinata è possibile comprendere l’effettiva qualità della luce.​

Cosa considerare per un’illuminazione di qualità

Intensità luminosa: Illuminare senza compromessi​

L’intensità luminosa rappresenta la quantità di luce emessa e misurata in lux. La normativa IEC 60601-2-41 stabilisce che una lampada scialitica debba garantire un minimo di 40.000 lux per assicurare una visibilità adeguata durante l’intervento, con un limite massimo di 160.000 lux per evitare danni visivi al chirurgo. Tuttavia, valori estremamente elevati, se non accompagnati da altri parametri bilanciati, possono risultare inutili o addirittura controproducenti. Ad esempio, una luce eccessivamente intensa ma con scarsa resa cromatica può produrre abbagliamento e affaticamento visivo, compromettendo la visibilità di dettagli anatomici.

Temperatura di colore (CCT): La tonalità della luce

La temperatura di colore indica il tono della luce emessa ed è misurata in Kelvin (K). Luci con temperature calde (circa 3.000-4.000K) tendono a essere più rilassanti per l’occhio umano ma meno efficaci nel penetrare in profondità nei tessuti. Al contrario, luci fredde (5.000-5.500K) migliorano l’illuminazione superficiale ma possono distorcere i colori reali dei tessuti, influenzando negativamente la percezione chirurgica. È quindi evidente che non esiste una temperatura colore ideale universale: il bilanciamento tra caldo e freddo deve essere progettato in base all’utilizzo clinico specifico, assicurando il massimo equilibrio tra comfort e funzionalità.

Resa cromatica (CRI): Vedere i colori con precisione

La resa cromatica (CRI) misura la capacità di una sorgente luminosa di riprodurre fedelmente i colori rispetto alla luce naturale. La normativa richiede un CRI di ≥ 85, un valore sufficiente per garantire un’accurata percezione dei dettagli anatomici. Superare un CRI di 90 offre miglioramenti marginali non percepibili dall’occhio umano, mentre puntare a valori estremi (come 99) comporta compromessi significativi in termini di efficienza energetica e durata dei LED. Inoltre, il CRI rappresenta sempre un valore medio, che non può essere mantenuto costante nel tempo a causa dell’usura fisiologica dei LED.

La complessità e l’interdipendenza dei parametri

Questi tre fattori — intensità luminosa, temperatura colore e resa cromatica — non operano in maniera indipendente. Ad esempio:
1. Un’elevata intensità luminosa può compromettere la resa cromatica se il LED non è calibrato adeguatamente.
2. La temperatura colore influisce direttamente sul CRI: una luce troppo fredda può offrire maggiore intensità ma riduce la fedeltà cromatica, mentre una luce calda migliora il CRI ma limita la profondità di illuminazione.
3. La durata dei LED è influenzata da scelte progettuali sbilanciate: massimizzare un singolo parametro può accelerare il deterioramento delle prestazioni complessive della lampada.
Questa interdipendenza spiega perché la normativa IEC 60601-2-41 non impone parametri rigidi o valori assoluti, ma lascia margini di flessibilità. Una lampada scialitica non deve eccellere su un singolo valore: deve offrire un equilibrio ottimale tra tutti i fattori, garantendo prestazioni affidabili, comfort visivo e sostenibilità energetica.

L’utopia di un indice sintetico

Sarebbe auspicabile la creazione di un indice sintetico che consideri l’interdipendenza tra intensità luminosa, CCT e CRI. Tuttavia, ad oggi, tale strumento non esiste. Le misurazioni continuano a essere prese singolarmente, offrendo un quadro parziale della qualità della luce. È per questo che valori estremi e isolati, come CRI 99 o intensità superiori ai 160.000 lux, sono impraticabili e poco significativi. La vera qualità luminosa si ottiene con una progettazione attenta che bilancia tutti gli aspetti, offrendo un’illuminazione stabile, uniforme e funzionale per la sala operatoria.
In conclusione, una lampada scialitica è molto più della somma dei suoi parametri: è un sistema complesso in cui ogni valore trova senso solo in relazione agli altri. Pretendere valori estremi non solo è inefficace ma mina la sostenibilità ambientale e operativa della struttura. Una luce perfetta è equilibrata, non estrema.

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Come controllare la luce

In ambito chirurgico, l’illuminazione gioca un ruolo fondamentale, e il modo in cui la luce viene riflessa è determinante per la sicurezza e l’efficienza in sala operatoria. Le tecnologie di riflessione si distinguono principalmente in due tipologie: riflessione diretta e riflessione indiretta, ognuna con caratteristiche uniche che le rendono adatte a differenti contesti.

Tecnologie di riflesso nella scialitica: Luce diretta VS Luce indiretta

L’intensità luminosa rappresenta la quantità di luce emessa e misurata in lux. La normativa IEC 60601-2-41 stabilisce che una lampada scialitica debba garantire un minimo di 40.000 lux per assicurare una visibilità adeguata durante l’intervento, con un limite massimo di 160.000 lux per evitare danni visivi al chirurgo. Tuttavia, valori estremamente elevati, se non accompagnati da altri parametri bilanciati, possono risultare inutili o addirittura controproducenti. Ad esempio, una luce eccessivamente intensa ma con scarsa resa cromatica può produrre abbagliamento e affaticamento visivo, compromettendo la visibilità di dettagli anatomici.

Riflessione indiretta

Sicurezza ed efficienza ottica

La riflessione indiretta utilizza superfici progettate per diffondere la luce attraverso parabole riflettenti, massimizzando la superficie di emissione luminosa. Questo approccio garantisce due grandi vantaggi:
1. Riduzione dell’abbagliamento
: Fondamentale per il comfort e la sicurezza del chirurgo.
2. Massimizzazione della superficie luminosa
: Migliora l’efficienza, consentendo una distribuzione uniforme della luce e riducendo le ombre.
Tuttavia, questa tecnologia richiede processi di produzione altamente specializzati, motivo per cui è spesso utilizzata in settori con grandi quantitativi.

Vantaggi della riflessione indiretta

La riflessione indiretta è sinonimo di sicurezza e comfort. La sua capacità di ridurre l’abbagliamento protegge gli occhi del chirurgo, migliorando la concentrazione durante procedure complesse. Inoltre, massimizza la superficie di emissione luminosa, garantendo una distribuzione uniforme della luce senza la necessità di sofisticate regolazioni elettroniche. Questo approccio è tipico di applicazioni ad alta precisione come i fari automobilistici dove la eliminazione dell’abbagliamento è fondamentale.

Svantaggi della riflessione indiretta

La produzione di lampade a riflessione indiretta è quindi più complessa rispetto alla tecnologia diretta. Richiede una progettazione accurata e una maggiore precisione nei processi produttivi, rendendo questa soluzione meno comune al di fuori di ambiti ad alta tecnologia. Tuttavia, i benefici in termini di sicurezza e comfort visivo superano ampiamente le difficoltà produttive.

Riflessione diretta

Limiti e sfide della riflessione diretta

La riflessione diretta proietta la luce direttamente dai LED verso il campo operatorio. Sebbene sia più semplice da produrre, presenta notevoli svantaggi:
1. Necessita di un maggior numero di LED ad alta potenza, incrementando calore e consumo energetico.
2.Superficie di emissione luminosa ridotta, con minore compatibilità al flusso laminare e maggiore incidenza delle ombre.
3. Richiede complessi sistemi elettronici per sopprimere le ombre, aumentando i rischi di malfunzionamenti e peggiorando il comfort visivo.

Svantaggi della riflessione diretta

La riflessione diretta è più semplice da produrre, ma comporta una serie di compromessi significativi. Richiede l’uso di LED più potenti o in quantità maggiore, che generano più calore e consumano più energia peggiorando la compatibilità con il flusso laminare e aumentando l’abbagliamento. La minore superficie di emissione luminosa ottenuta con questa soluzione riduce la soppressione delle ombre, che deve essere compensata elettronicamente. Questo approccio non è solo inefficiente ma è in contrasto con la definizione stessa di lampada scialitica, progettata per eliminare le ombre.

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Rischi derivanti dall’uso della lampada scialitica

Le lampade scialitiche rivestono un ruolo centrale nella sala operatoria, garantendo la visibilità essenziale affinché il team chirurgico possa operare con precisione. Tuttavia, l’uso di queste fonti luminose non è privo di rischi, e la letteratura scientifica ha messo in luce diversi problemi che possono influenzare tanto la sicurezza del paziente quanto il benessere del personale medico.

Da un lato, l’abbagliamento (o glare) rappresenta una delle principali cause di affaticamento visivo, distraendo il chirurgo e riducendo la qualità della visione intraoperatoria; dall’altro, la contaminazione del manipolo della lampada e la compromissione del flusso laminare possono incrementare il rischio di infezioni. Inoltre, le scialitiche tradizionali possono generare calore eccessivo, aumentando la probabilità di ustioni o di alterazioni nei flussi d’aria sterili in sala.

Cosa sapere per un uso corretto della lampada scialitica

I rischi dell’abbagliamento e dell’eccesso di luminanza

Uno dei problemi più critici legati alle lampade scialitiche è l’abbagliamento, determinato da un eccesso di luminanza. Quando la luminosità raggiunge valori molto elevati (spesso fino a 160.000 lux, contro i 700-1.500 lux comunemente utilizzati in altri ambienti), gli occhi del chirurgo sono costretti a continui adattamenti, causando stanchezza, irritazione, visione sfocata e difficoltà di concentrazione. La presenza di contrasti estremi tra il campo operatorio ben illuminato e l’ambiente circostante più oscuro porta il medico a un continuo sforzo di riadattamento visivo, contribuendo alla comparsa di dolore al collo, alle spalle e alla schiena. Queste condizioni, a lungo termine, non solo compromettono la salute dell’operatore, ma possono anche aumentare il rischio di errori durante l’intervento.

Contaminazione e flusso laminare compromesso

Le lampade scialitiche possono diventare veicolo di contaminazione. Il manipolo, che dovrebbe rimanere sterile, è spesso toccato dal chirurgo per orientare la luce, con il rischio di introdurre batteri nel campo operatorio. Alcuni studi hanno rilevato che fino al 50% dei manipoli può risultare contaminato a fine intervento. Inoltre, la presenza fisica della lampada e il calore da essa generato possono disturbare il delicato flusso laminare, cioè il movimento controllato dell’aria dall’alto verso il basso, studiato per ridurre la carica batterica. Le turbolenze create dalla scialitica possono comprometterne l’efficacia, aumentando il rischio di infezioni e complicazioni post-operatorie.

Ustioni e danni termici

Seppur rari, si registrano casi in cui la fonte luminosa della scialitica, soprattutto se di vecchia generazione (alogena o allo xenon), contribuisce a provocare ustioni o addirittura incendi in sala operatoria. Un uso eccessivo dell’intensità luminosa o un posizionamento errato della lampada troppo vicino al campo operatorio, unito a sostanze presenti sulla cute del paziente in grado di interagire con la luce, possono portare a scottature termiche o chimiche.

La soluzione? Tecnologia e buone pratiche

La soluzione: tecnologia e buone pratiche
Fortunatamente, la tecnologia moderna offre soluzioni concrete per mitigare questi rischi. Le lampade a LED, ad esempio, riducono drasticamente l’emissione di raggi infrarossi e quindi la produzione di calore, limitando il pericolo di ustioni. Inoltre, l’adozione di sistemi di illuminazione indiretta permette di diffondere la luce senza creare punti di luminanza eccessiva, evitando l’abbagliamento. Alcuni modelli integrano anche un’area di compensazione luminosa attorno al campo operatorio, attenuando i contrasti e consentendo una transizione visiva più graduale.
Anche i materiali costruttivi giocano un ruolo cruciale: l’utilizzo di strutture leggere, maniglie ergonomiche e supporti mobili rende più agevole orientare la lampada senza compromettere la sterilità. In questo modo si riducono le interazioni non necessarie, limitando la contaminazione. Allo stesso tempo, una corretta installazione, con particolare attenzione all’altezza e al layout della sala, aiuta a minimizzare le turbolenze del flusso laminare.

Conclusioni

La scialitica non è un semplice dispositivo di illuminazione, ma uno strumento medico sofisticato che può influenzare sicurezza, comfort e risultati chirurgici. Un uso consapevole della tecnologia – lampade a LED, illuminazione indiretta, materiali avanzati e layout ottimizzati – insieme a buone pratiche operative, rappresenta la chiave per ridurre rischi come abbagliamento, contaminazione e ustioni. Garantire una migliore qualità della luce, senza puntare esclusivamente sull’intensità, è il primo passo verso una sala operatoria più sicura, efficiente e a misura di paziente e chirurgo.

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Caratteristiche esclusive delle lampade RIMSA

I vantaggi delle lampade scialitiche RIMSA

Riflessione indiretta

Le luci a led hanno enormemente ridotto la superficie di emissione della luce. Una superficie di emissione così ridotta influisce negativamente sull’effetto chirurgico (quello di evitare le ombre). RIMSA, consapevole di tali inconvenienti, ha introdotto sul suo prodotto la tecnologia a Luce Indiretta che garantisce una superficie di emissione di luce aumentata garantendo un buon effetto chirurgico.

Doppia riflessione​

Nel 2017, RIMSA ha brevettato la tecnologia a doppia riflessione che garantisce la massimizzazione della superficie di emissione della luce, consentendo così ai prodotti della serie UNICA e a talune lampade veterinarie ,di ottenere un eccezionale effetto chirurgico e offrire un’illuminazione completamente antiriflesso.

Area di compensazione​

Per particolari tipologie di chirurgia quali: chirurgia toracica, chirurgia addominale, parto cesareo è indispensabile avere un campo luminoso allargato ad alta intensità luminosa. Un’ottica supplementare permette di ingrandire il campo illuminato fino a 30 cm con un’intensità luminosa al bordo esterno di 6000 Lux mantenendo immutata l’intensità luminosa al centro (Ec).

Superficie di emissione luminosa

Le lampade scialitiche Rimsa si distinguono per l’eccellenza nella qualità dell’illuminazione, grazie a una superficie di emissione luminosa progettata per garantire una diffusione omogenea e intensa della luce. RIMSA offre così una resa luminosa superiore, assicurando condizioni di visibilità ottimali in ogni contesto chirurgico.

Luce sempre a fuoco

Le lampade scialitiche Rimsa sono dotate di un avanzato sistema di luce sempre a fuoco, che garantisce un’illuminazione precisa e uniforme anche durante il movimento del riflettore. Questo consente di mantenere una visibilità ottimale sul campo operatorio in ogni momento, senza necessità di continui aggiustamenti.

La soluzione RIMSA: Riflessa indiretta con doppia riflessa

In RIMSA, crediamo nella superiorità della riflessione indiretta e la ottimizziamo ulteriormente con la nostra tecnologia di doppia riflessione. Questa innovazione massimizza la superficie di emissione luminosa e riduce ulteriormente l’abbagliamento, garantendo la massima sicurezza e comfort per i chirurghi. La doppia riflessione è il futuro dell’illuminazione chirurgica, e RIMSA è all’avanguardia di questa rivoluzione tecnologica.

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Integrazioni in sala operatoria

L’integrazione nella sala operatoria moderna si è evoluta in un ecosistema sofisticato di dispositivi interconnessi, progettato per ottimizzare la precisione chirurgica, migliorare l’efficienza e garantire risultati migliori per i pazienti. In RIMSA, riconosciamo l’importanza di sistemi modulari che soddisfino esigenze diverse e consentano una collaborazione fluida tra i dispositivi.​ Per questo offriamo ogni dispositivo necessario per progettare una sala operatoria completa ed efficiente.

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Posizionamento

Le lampade scialitiche RIMSA offrono una straordinaria versatilità di posizionamento e combinazione, adattandosi perfettamente alle diverse esigenze delle sale operatorie. In funzione del tipo di intervento chirurgico, possono essere configurate singolarmente o combinate per garantire sempre un’illuminazione ottimale. Questa flessibilità consente di massimizzare il comfort visivo del medico e migliorare l’esperienza complessiva del paziente, contribuendo a un ambiente operatorio più efficiente e sicuro.

Configurazioni lampade RIMSA

Unica 520 + 520
Unica 860 + 520
U29 + U29
Pentaled 63N + 63N
Pentaled 63N + 30N

rimsa - lampada scialitica - chirurgia addominale

Unica 860 + 520
U29 + U29
Pentaled 63N + 63N

rimsa - lampada scialitica - cardiochirurgia

Unica 860 + 520 + 520
Unica 520 + 520 + 520
U29 + U29 + U29
Pentaled 63N + 63N + 30N

rimsa - lampada scialitica - chirurgia plastica

Pentaled 30N + 30N
Pentaled 30E + 30E
Pentaled 28 + 28

rimsa - lampada scialitica - chirurgia plastica

Unica 520
U29
Pentaled 63N

rimsa - lampada scialitica - trapianto di organi

Unica 520 + 520
U29 + U29
Pentaled 63N + 30N

rimsa - lampada scialitica - ginecologia

Alfa Flex

rimsa - lampada scialitica - proctologia

Unica 520
U29
Pentaled 63N

rimsa - lampada scialitica - otorinolaringoiatria

Pentaled 30N
Pentaled 30E

rimsa - lampada scialitica - dermatologia

L88 Led
Prima Fix

rimsa - lampada scialitica - trapianto di capelli

Prima Fix

rimsa - lampada scialitica - sala parto

Pentaled 30N
Pentaled 30E
Pentaled 28
Pentaled 12

rimsa - lampada scialitica - terapia intensiva

Pentaled 12
Pentaled 28
Saturno Led

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Discipline mediche

Grazie all’esperienza maturata e alle conoscenze tecnologiche acquisite in oltre 80 anni di esperienza, RIMSA produce lampade medicali per ogni reparto e ambiente. Che si tratti di una sala operatori, di un ambulatorio o di una semplice visita medica, nel catalogo RIMSA potrai trovare la lampada medicale più adeguata ai tuoi scopi. Scopri tutti i settori!

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Video pillole

Abbiamo raccolto in una serie di video pillole le principali caratteristiche delle lampade scialitiche RIMSA, per offrire una panoramica chiara e immediata sull’eccellenza della nostra illuminazione chirurgica. Ogni contenuto evidenzia un aspetto fondamentale della tecnologia RIMSA, pensata per supportare al meglio i professionisti in sala operatoria con soluzioni affidabili, innovative e performanti.

Fonti di luce in sala operatoria

Tecnologie di illuminazione

Effetto abbagliante

Area di compensazione

Manovrabilità

Flusso laminare

Telecamera

Sistema a doppia riflessione

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